Genere

identità di genere

Genere e disforia di genere

A cura di Vittorio Lingiardi, Facoltà di Medicina e Psicologia, La Sapienza Università di Roma

Il termine genere è stato usato per la prima volta negli anni cinquanta del secolo scorso per distinguere l’identità (e il ruolo in cui l’individuo si riconosce) dall’anatomia dei suoi genitali. Per molto tempo, infatti, si è ritenuto che il sesso inevitabilmente coincidesse con il genere e lo determinasse, senza scarti né infrazioni. Si è, quindi, sentita la necessità di differenziare la categoria anatomica e biologica di appartenenza (sesso) dalle categorie psicologiche e sociali di maschile e femminile (genere) così come vengono a “costruirsi” culturalmente e ad articolarsi nei contesti relazionali. Un individuo nasce femmina o maschio (più raramente può presentare una condizione di intersessualità), ma la sua identità di genere (sentirsi un uomo, sentirsi una donna) e il suo ruolo di genere (aderire a comportamenti e aspettative socio-culturali di mascolinità e femminilità o di altro genere) non sempre coincidono con il suo sesso biologico. La confusione e la sovrapposizione tra sesso, identità di genere, ruolo di genere (e talvolta anche orientamento sessuale) ha generato confusione ed errori clinici e scientifici.

Quando sesso biologico, identità di genere e ruolo di genere “corrispondono” si parla di persone cisgender; quando tale “corrispondenza” non si realizza si parla di persone transgender. Solitamente, si usa il termine transessuale per definire un individuo, maschio o femmina, che sente il proprio sesso biologico non coerente con la propria identità di genere. La persona transessuale attua o si propone di attuare interventi chirurgici e/o ormonali mirati ad adeguare il proprio corpo al senso della propria identità. Il termine popolare transgender solitamente indica un individuo che, pur disconfermando le aspettative, i ruoli e gli atteggiamenti tradizionali legati al genere, può mantenere inalterato il proprio sesso biologico.

Il termine transessualismo è stato coniato nel 1923 dal medico tedesco, pioniere della sessuologia, Magnus Hirschfeld [seelischer Transsexualismus (transessualismo psichico)], e poi ripreso, nel 1949, dal sessuologo americano David Caldwell per definire il desiderio “di essere un membro a pieno titolo del sesso opposto”. Nel 1952, il marine statunitense George Jorgensen (1967) si sottopone, in Danimarca, a un intervento di riassegnazione chirurgica del sesso MtF (Male to Female) e torna negli Stati Uniti con un nuovo corpo e un nuovo nome, Christine Jorgensen. La prima riassegnazione FtM (Female to Male) è del 1992: Sophia Hedwig diventa Karl Herman.

Proprio perché la disforia di genere è un termine strettamente connesso all’identità di genere degli individui, non lo si utilizza in modo neutro, ma si declina al maschile o al femminile a seconda dell’esperienza che descrive. Si utilizza ‘la’ o ‘una’ transessuale per indicare persone di sesso anatomico maschile che percepiscono la propria identità di genere come femminile (MtF – Male to Female) e ‘il’ o ‘un’ transessuale per indicare persone di sesso anatomico femminile che percepiscono la propria identità di genere come maschile (FtM – Female to Male). Nella lingua scritta la chiocciola (@) o l’asterisco (*) vengono utilizzati per riferirsi sia a entrambi i generi sia a coloro che non vogliono essere identificati con nessuno dei due generi.

Oggi, pur in assenza di teorie e ricerche in grado di spiegare in modo soddisfacente i meccanismi alla base delle disforie di genere, la conoscenza e la comprensione delle persone transessuali e transgender è molto aumentata. La stigmatizzazione sociale, in alcuni casi ancora molto forte, sta cedendo il passo a una graduale apertura culturale, sociale e giuridica alle realtà trans. E sono molte, in diversi paesi, le iniziative a sostegno delle persone trans: aumento dei network informativi rivolti ai/alle transessuali e ai loro familiari; diffusione delle organizzazioni a sostegno delle comunità trans; leggi che puniscono i reati di transfobia; proposte di legge che consentano di modificare il proprio nome in quello desiderato e maggior apertura scolastica per i bambini e le bambine con disforia di genere che chiedono di indossare anche a scuola gli abiti che desiderano.

Ricordiamo brevemente gli aspetti giuridici legati alle condizioni di disforia di genere con o senza riattribuzione chirurgica del sesso. In Italia, fino al 1982, essere transessuali era “vietato”, ma, anche in seguito alle battaglie del Movimento Identità Transessuale (MIT), la legge 164 del 14 aprile 1982 «riconosce la condizione delle persone transessuali e legittima la loro aspirazione ad appartenere al sesso opposto», autorizzando, quando valutato necessario, un adeguamento medico-chirurgico dei caratteri sessuali con sentenza del Tribunale. Oltre alla cosiddetta “grande soluzione” (transizione completa dal sesso biologico a quello esperito), in Germania è prevista anche la “piccola soluzione”, che consente la riattribuzione anagrafica senza necessità di interventi ormonali e/o chirurgici.

La diagnosi di disforia di genere (Gender Dysphoria), recentemente introdotta nella quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5, APA, 2013), sostituisce e perfeziona quella di Disturbo dell’Identità di Genere, a sua volta preceduta dalla diagnosi generica di Transessualismo. Quest’ultima appare come categoria clinica per la prima volta nel 1975 nell’ICD-9 e poco dopo nel DSM-III (APA, 1980).  Di seguito, presentiamo una tabella riassuntiva che ripercorre la storia diagnostica dell’identità di genere nell’infanzia, nell’adolescenza e nell’età adulta. La quinta edizione del manuale (DSM-5) introduce cambiamenti importanti, a partire dalla scelta di una nuova etichetta diagnostica, dove il termine “disforia” sostituisce quello di “disturbo”. Inizialmente, era stato proposto il termine “Incongruenza di Genere”, per caratterizzare l’aspetto nucleare della disforia, ossia un’incongruenza tra l’aspettativa di vita basata sul sesso di nascita e l’identità esperita e/o espressa. Con disforia di genere si vuole, invece, sia sottolineare la componente emotiva dolorosa e angosciante legata al genere di nascita sia ridurre la portata patologizzante della diagnosi.

La World Professional Association for Transgender Health (WPATH) ha elaborato degli Standars of Care (SOC) ora giunti alla settima edizione (Coleman, Botcking, Botzer, et al., 2011) relativi ai criteri medici e clinici di intervento.  

 

Bibliografia consigliata

Bilotta, F. (2013). Transessualismo. In R. Sacco (Ed.), Digesto delle discipline privatistiche, Sez. Civ., 8° Aggiornamento (pp. 732-769). Torino: utet giuridica.

Déttore D (2005). Il Disturbo dell’Identità di Genere. Diagnosi, eziologia, trattamento. Milano: McGraw-Hill.

Di Ceglie, D. (2003). Straniero nel mio corpo. Sviluppo atipico nell’identità di genere e salute. Milano: FrancoAngeli.

Coleman, E., Bockting, W., Botzer, M., Cohen-Kettenis, P., DeCuypere, G., Feldman, J., Fraser, L., Green, J., Knudson, G., Meyer, W., Monstrey, S., & the WPATH Standards of Care Revision Committee (2011). Standards of Care for the Health of Transsexual, Transgender, and Gender Nonconforming People, 7th  Version. International Journal of Transgenderism. 13, 4, pp. 165-232.

Dimen, M., & Goldner, V. (2006). La decostruzione del genere. Teoria femminista, cultura postmoderna e clinica psicoanalitica. Milano: il Saggiatore.

Drescher, J., & Byne, W. (2013). Treating Transgender Children and Adolescents: An Interdisciplinary Discussion. New York: Routledge.

Lingiardi, V., & Carone, N. (2015). La disforia di genere. In B. Vicari & S. Vitiello (a cura di), Terapia integrata in psichiatria dell’età evolutiva (pp. 503-527). Roma: Il Pensiero Scientifico.

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Transitare per esistere: le persone trans si raccontano

Transitare” è un termine ricorrente quando si parla di identità di genere: tra difficoltà, scoperte, consapevolezze e nuovi orizzonti, la transizione costituisce un passaggio simbolico e concreto che cambia la vita delle persone e coinvolge molteplici aspetti, da quello emotivo a quello sociale, da quello burocratico a quello professionale. Spesso, tuttavia, le esperienze e i vissuti delle persone trans restano invisibili e sconosciuti. In questi due documentari, diverse persone trans restituiscono racconti, narrazioni, ricordi e riflessioni sul significato del vivere come persone transessuali e transgender nell’Italia contemporanea. Soprattutto, danno forma ad un racconto sfaccettato e dalle molte sfumature, che mette in luce non solo le difficoltà del percorso trans, ma anche le gioie, i sogni, le speranze e le vittorie di persone che hanno lottato e attraversato difficoltà per ottenere i propri diritti nel paese in cui vivono.

“Transazioni” (2004). Parte 1

Nato parallelamente ad un lavoro di ricerca psicosociale sul territorio italiano realizzato da Mary Nicotra, “TransAzioni” dà spazio e parola a persone transgender e transessuali FtM: attraverso l’intreccio di racconto e riflessione, i protagonisti offrono un’immagine articolata del complesso rapporto con il contesto sociale, le proprie scelte e la propria identità.

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“Transazioni” (2004). Parte 2

Nato parallelamente ad un lavoro di ricerca psicosociale sul territorio italiano realizzato da Mary Nicotra, “TransAzioni” dà spazio e parola a persone transgender e transessuali FtM: attraverso l’intreccio di racconto e riflessione, i protagonisti offrono un’immagine articolata del complesso rapporto con il contesto sociale, le proprie scelte e la propria identità.

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“Transiti” (2011)

Il documentario, diretto da Davide Tosco, è parte di un progetto transmediale (radio, web, tv) realizzato dalla RAI sul tema della transessualità. Andato in onda sulla RAI nel 2011, “Transiti” è composto da diversi videoracconti personali e da immagini filmate e raccolte dalle stesse persone protagoniste: un mosaico di storie ed esperienze che presentano diversi punti di vista sull’identità e sul percorso di transizione in Italia.

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Articoli

Identità di genere: guida alla normativa e alla giurisprudenza

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L’iter di transizione : l’esperienza del SAT del Circolo Pink di Verona

A cura di Beatrice Gusmano, sociologa, Gruppo di redazione. In Italia esistono diversi consultori per persone transessuali e transgender gestiti dalle associazioni di volontariato: dopo il primo consultorio avviato dal MIT ...
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DIVERGENTI: l’identità di genere raccontata in un festival di cinema

A cura di Mara Pieri, sociologa, Gruppo di redazione. Nel 2008 nasceva a Bologna il primo festival di cinema trans italiano, “Divergenti”: da sette edizioni, il festival presenta film internazionali che ...
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Generi di comunicazione: l’esperienza trans nelle campagne di sensibilizzazione

L’identità di genere e i numerosi temi ad essa collegati sono al centro di diverse campagne di comunicazione e di sensibilizzazione. Alcune sono state sviluppate da attiviste/i e associazioni LGBT, altre da enti pubblici, come università e comunità locali, altre ancora da piattaforme di collaborazione virtuale: in tutte, l’elemento centrale è la promozione del rispetto nei confronti delle persone transessuali e transgender.
Negli ultimi anni, in particolare, l’attenzione si è spostata da un semplice e diretto richiamo al rispetto delle diversità di genere verso alcuni temi più specifici e legati alle trasformazioni sociali in atto: in questo, centrale è l’affermazione del diritto alla scelta della propria identità di genere senza l’obbligo dell’intervento chirurgico.

Anche la battaglia per la depatologizzazione della transessualità è tuttora un tema molto forte, affrontato con campagne internazionali, che puntano principalmente alla rimozione della transessualità dalla lista delle malattie mentali dell’OMS. Infine, più recentemente, alcuni altri temi si sono fatti strada: la promozione dell’uso di bagni pubblici senza la divisione per genere, o il rispetto non solo delle persone trans, ma anche delle persone di genere non conforme agli stereotipi culturali legati alla figura della donna e dell’uomo.
In questa gallery, le immagini di dodici campagne italiane e internazionali che hanno caratterizzato la comunicazione delle tematiche trans negli ultimi anni.

 

 

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