I diritti universali devono essere effettivamente fruiti da tutti

di Gianludovico de Martino

Per quanto concerne il rispetto dei diritti fondamentali per le persone LGBTI (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender e Intersex), esso è stato sancito a livello internazionale nei sistemi intergovernativi delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea. L’obiettivo primario  è quello di tutelare dalle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’l’identità di genere.

L’evoluzione del quadro giuridico internazionale è andata di pari passo con il cambiamento degli atteggiamenti  sociali che, in modo particolarmente significativo, hanno abbracciato e perorato le cause delle persone LGBTI, per l’introduzione di unioni civili e matrimoni tra persone dello stesso  sesso. Negli ultimi anni numerosi paesi  hanno depenalizzato le relazioni omosessuali consensuali riformando le loro leggi anti- discriminazione.

 

Tra i momenti più importanti ricordiamo:

–  nel 2011, il Consiglio Diritti Umani  delle Nazioni Unite ha approvato la prima risoluzione sull’uguaglianza dei diritti a prescindere dall’orientamento sessuale attraverso la quale sono state condannate le violazioni dei diritti umani delle persone LGBT. La risoluzione mette in risalto il ruolo del Consiglio Diritti Umani  nella promozione universale dei diritti umani, a prescindere dalle caratteristiche personali degli esseri umani.

–  il 7 marzo 2012, in un dibattito in riunione plenaria del Consiglio alla presenza di oltre 1000 delegati provenienti dai 193 Stati-membri delle Nazioni Unite, l’Alto Commissario per i Diritti Umani, Navy Pillay, ha sottolineato come tutti i diritti della Dichiarazione Universale debbano essere applicati integralmente alle persone LGBTI; ha chiesto di sviluppare cinque aree tematiche: abrogazione di norme discriminatorie; divieto di discriminazione; garanzie giudiziarie, protezione e prevenzione, in linea con il  consolidato quadro normativo internazionale, comprensivo di strumenti vincolanti – quali il Patto internazionale sui Diritti Civili e Politici (1966)  – e non vincolanti, tra i quali particolare rilievo assumono i  “Principi di Yogyakarta” del 2007, per l’applicazione delle normative internazionali sui diritti umani in relazione all’orientamento sessuale e l’identità di genere.

–  il 26 settembre 2013 l’impegno internazionale sul tema è stato rafforzato,  a margine dell’Assemblea Generale ONU, in occasione del primo incontro ministeriale (“Ministerial Meeting”) sulle persone LGBTI, da cui è scaturita una dichiarazione dei Ministri del “LGBT Core Group” delle Nazioni Unite. La dichiarazione ribadisce come  lo strumento chiave per proteggere i diritti delle persone LGBTI sia  la piena ed effettiva applicazione dei trattati internazionali sui diritti. Il “Core Group” ha fatto appello a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite affinché abroghino le normative discriminatorie esistenti, migliorino le risposte contro la violenza causata dall’odio e assicurino adeguata e appropriata protezione legale dalla discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.

–  il 24 giugno 2013 sono state adottate le “Linee – guida dell’Unione Europea per assistere le persone LGBTI nell’affermazione dei loro diritti umani”. In particolare, secondo la definizione contenuta nelle Linee – guida “l’acronimo LGBTI descrive un gruppo di persone che non si conforma alle nozioni convenzionali o tradizionali, corrispondenti al genere femminile e maschile”. Con le “Linee-guida” l’UE ha voluto “favorire la decriminalizzazione e lottare contro politiche e leggi discriminatorie; promuovere l’uguaglianza e la non discriminazione; e soprattutto combattere contro fobie e violenze in danno delle persone LGBTI”.

–  Negli ultimi anni, nel contesto della Revisione Periodica Universale (UPR)  degli Stati al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite si è affermata una crescente consapevolezza a sostegno delle azioni  volte a tutelare i diritti delle persone LGBTI. Per quanto concerne l’Italia, la Revisione Periodica Universale Secondo Ciclo si è conclusa il 18 marzo 2015 con la accettazione di 186 raccomandazioni di cui cinque (94-98) sul tema dell’orientamento sessuale e dei diritti LGBT (vedi www.cidu.esteri.it).

 

In attuazione degli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale è quanto mai importante introdurre nel nostro ordinamento specifiche garanzie giuridiche contro la discriminazione e per l’uguaglianza  delle persone LGBTI.

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