Con questa ordinanza il Tribunale di Pescara riconosce il diritto al ricongiungimento familiare, concedendo il rilascio della carta di soggiorno ad un cittadino extracomunitario sposato all’estero con un cittadino comunitario dello stesso sesso (più precisamente un cittadino brasiliano sposatosi in Portogallo con un cittadino portoghese soggiornante in Italia). La Questura di Pescara aveva rifiutato la concessione affermando che l’ordinamento italiano non riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il Tribunale di Pescara, riallacciandosi a quello di Reggio Emilia che aveva già affrontato un caso simile nel 2012, conferma il diritto al rilascio del permesso di soggiorno. L’autorizzazione fa perno su due concetti: in primis fa appello al diritto alla libera circolazione delle persone, compreso nei principi della Carta dell’Unione Europea e confermato nel nostro Paese dal d.lgs 30/2007; in secondo luogo si ricorda che ciò che determina il rilascio della carta di soggiorno non è lo status di “coniuge” del ricorrente alla luce dell’ordinamento italiano, ma la condizione di “familiare” necessaria per l’applicazione del d.lgs. 30/2007, di conseguenza bisogna considerare la normativa sopranazionale europea e far riferimento alla legge del paese nel quale è avvenuto legalmente il matrimonio. Il Tribunale di Pescara si inserisce così in un più ampio quadro giuridico, rilasciando la carta di soggiorno al familiare omosessuale ricorrendo alle norme interne europee. In allegato si può trovare l’Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02581 del Senato della Repubblica Italiana, nel quale sono descritti importanti decreti ed ordinanze (come quella appena citata) e le loro conseguenze.