L’articolo è uno dei punti di riferimento della teoria queer, in quanto si propone di prendere in esame come nella nostra società l’immaginario e la sfera pubblica siano profondamente influenzati dal concetto di elettronegatività, a causa del quale il sesso viene apparentemente relegato alla sfera privata, quando in realtà tutta la sfera pubblica è intrisa di riferimenti, immaginari, istituzioni che difendono e legittimano un determinato tipo di intimità, ovvero quella eteronormativa. Questo processo è strettamente connesso con la sfera economica e con la privatizzazione, motivo per cui viene poi posto l’interrogativo: quali possibilità si aprirebbero, dal punto di vista dell’identità, dell’intellegibilità, delle politiche, della cultura se la coppia eteronormativa non fosse più considerata il riferimento privilegiato della sessualità? Attraverso un percorso che prende in considerazione anche le derive razziste, nazionaliste ed escludenti di un modello unico di sessualità, emergono con maggiore chiarezza i tratti di un’intimità che, lungi dall’essere statica e immodificabile, è strettamente connessa con rapporti di potere che vanno ben oltre la sessualità, come le distinzioni di classi sociali, la gerarchia tra etnie all’interno di una nazione, le disuguaglianze di genere, la centralità dell’economia neoliberista.