«I Paesi europei sono lenti nel riconoscere e difendere i diritti umani delle persone intersessuali e la diversità di genere che esse rappresentano. È urgente mettere fine agli interventi medici e chirurgici non necessari, rispettare il diritto di queste persone a non subire dei trattamenti per assegnare loro un sesso, rivedere le classificazioni mediche che assimilano le variazioni delle caratteristiche sessuali alle patologie, e garantire alle persone intersessuali il diritto all’autodeterminazione favorendo il loro riconoscimento giuridico nei documenti ufficiali». Sono queste le parole usate da Nils Muižnieks, Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, in occasione della pubblicazione di uno studio sui diritti umani e le perone intersessuali. In sei capitoli, lo studio esamina gli ostacoli medici, giuridici e amministrativi che impediscono alle persone intersessuali di esercitare pienamente i loro diritti fondamentali, al fine di offrire orientamenti dettagliati ai professionisti della salute e del diritto, e agli stessi Governi europei. Accanto all’analisi della situazione attuale, lo studio propone otto chiare raccomandazioni per migliorare la salute e i diritti delle persone intersessuali, che qui di seguito sintetizziamo rimandando al documento del Consiglio d’Europa per l’approfondimento:
Nils Muižnieks, Commissario per I Diritti Umani del Consiglio d’Europa; Silvan Agius, CDDECS
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