Genere Femminielli


Descrizione

Questo volume si pone in continuità con altri lavori già pubblicati dagli autori, il Dott. Eugenio Zito, Psicologo, Specialista in Psicologia Clinica e dottore di ricerca in studi di genere presso l’Università Federico II di Napoli e il Prof. Paolo Valerio, Professore Ordinario di Psicologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli. L’opera raccoglie dieci contributi prodotti da eminenti studiosi dal taglio profondamente multidisciplinare. I contributi spaziano dalla psicologia alla psicoanalisi, dalla gruppoanalisi all'antropologia culturale fino alla linguistica, con uno sguardo ampio sul fenomeno nelle sue tracce antropologiche, psicologiche, letterarie, linguistiche e storiche, scientifiche e artistiche, per esplorare il tema dei femminielli napoletani. Tale molteplicità indica l’ampiezza di visioni possibili e, senza pervenire ad una definizione univoca del fenomeno, chiede al lettore di integrare nella mente i diversi piani interpretativi. I femminielli, i quali sono storicamente presenti nel contesto della città di Napoli, esprimono la loro identità sociale in una forma che non è né maschile né femminile, contenendole entrambe, ponendo queste ‘soggettività’ in una posizione di confine ed incarnando per certi versi lo spirito della città di Napoli stessa: crocevia tra le stratificazioni arcaiche e le spinte post-moderne. Alla premessa di Luigi Maria Lombardi Satriani, densa di ricordi e suggestioni personali, fa seguito il lavoro di Eugenio Zito, Nicola Sisci e Paolo Valerio dal titolo “Et io ne viddi uno in Napoli. I femminielli, ricognizione storica e litografica: spunti per una riflessione sull’identità di genere”. Questo lavoro rappresenta un tentativo di far luce sulle radici, l'origine e l'evoluzione del fenomeno. Tale ricognizione storico-mitografica si conclude con delle riflessioni sulla condizione attuale dei femminielli, sollevando una serie di interrogativi sulla possibile trasformazione e/o estinzione del fenomeno in relazione con i profondi cambiamenti sopraggiunti nel loro contesto di riferimento. Il successivo contributo, dal titolo “Femminielli: storia di una parola tra gergalità e comunicazione antropologica” di Patricia Bianchi, offre la ricostruzione della parola ‘femminella’ e le sue possibili varianti nei contesti d’uso. Il saggio successivo scritto da Gabriella D'Agostino, “I femminielli napoletani: alcune riflessioni antropologiche” approfondisce alcuni essenziali aspetti antropologici della questione. Il contributo di Gianfranca Ranisio dal titolo “Attraversamenti di genere e nuovi percorsi identitari”, offre un quadro del rapporto del femminiello con la città integrando le osservazioni tratte dagli altri studi antropologici con le descrizioni presenti nella letteratura e nel teatro napoletano. Nel quinto capitolo, Annalisa di Nuzzo approfondisce il tema dei generi con un contributo dal titolo “Napoletanità e identità post-moderne. Riplasmazioni del femminiello a Napoli”. Nel sesto capitolo viene presentata la traduzione di un articolo di Gennaro Carrano e Pino Simonelli apparso sul n° 18 di “Masques. Revues des Homosexualities” del 1983 dal titolo “Un matrimonio nella baia di Napoli?”. “Io/Noi; Maschile, Femminile/Transgender. La rivitalizzazione del rito della juta dei femminielli” è il titolo del contributo nel quale Francesca Verde approfondisce, nell'ambito della psicoanalisi di gruppo, la recente rivitalizzazione del rito della 'juta', che si verifica ogni anno presso il santuario della Madonna di Monte vergine nei pressi di Avellino. Nell’ottavo capitolo, Corinne Fortier, propone uno studio antropologico e psicoanalitico dal titolo “I femminielli o la rivalità seduttrice: affetti, identità e sessualità a Napoli ed in Campania. Approccio antropologico, letterario e psicoanalitico” nel quale viene discussa la dimensione viva ed attuale dei femminielli basata su una ricerca etnologica sul campo condotta in Campania e sull'analisi del romanzo di Giuseppe Patroni Griffi, “Scende giù per Toledo”. Il contributo di Marinella Milano Borruso, “Femminielli: un singolare limbo socio-culturale tra la sorte e la morte”, attraverso una chiave di lettura storico-culturale, formula alcune interessanti ipotesi di lettura sulle basi delle forme di legittimità sociale concesse a questi soggetti ‘fuori dalla norma sessuale’ e che rendono possibile, nella società napoletana, l’inversione di genere e il travestimento. Il volume è chiuso da uno scritto di Eugenio Zito dal titolo “Testo e contesto dei femminielli: riflessioni su una ricerca di genere”, in cui vengono riportati i risultati di una ricerca sul campo, condotta a Napoli, sul ‘contesto’ ed il ‘testo’ dei femminielli. Il lavoro si inserisce in una prospettiva di ricerca inclusa nelle attività del Dottorato di Ricerca Interpolo in Studi di Genere dell’Università degli Studi di Napoli Federico II dove, da alcuni anni, è attivo un filone di ricerca teso ad interrogare la complessa realtà del mondo trans, anche al di là della dimensione più strettamente connessa all’ambito 'clinico'.

Autore/Autrice (individuale o ente)

A cura di Eugenio Zito e Paolo Valerio

Genere
Saggio
Data di realizzazione
2013
Città di edizione
Napoli
Casa editrice italiana
Libreria Dante & Descartes
Tag
Identità di genere, Identità e culture
Tipologia di documento
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